La preghiera di un genitore

Camice bianco in oncologia pediatrica

Quando entri qui dentro lo fai in punta di piedi, ti ritrovi all’inferno ed ancor non ci credi.
Incontri bambini con i loro parenti, qualcuno ti parla e tu ancor non senti.
Ci sono i disegni ad ornar le pareti ma hai gli occhi velati ed ancor non li vedi.

Ti senti tradito, sconfitto, umiliato, vorresti capire per quale peccato.
Invochi il tuo Dio, inizi a pregarlo, gli chiedi perché non sei tu ad espiarlo.
E Dio l’ho incontrato vi sembrerà strano, vestito di verde col bisturi in mano.

E ancora l’incontro lungo il mio itinerario, a volte è un dottore, a volte è un primario
che affronta un nemico vigliacco e sleale, per un gruppo di eroi sempre pronti a lottare.
Il diavolo è viscido, codardo e meschino, per questo ha il coraggio di aggredire un bambino.

Però in quest’inferno con grande stupore c’è chi lo combatte con gesti d’amore.
Vestiti di bianco ti sembran normali ma sotto quel camice hanno un paio di ali,
che loro umilmente non fanno notare, però ve lo giuro: li ho visti volare!

Che cosa non fanno per questi bambini: parametri, flebo, gonfiar palloncini.
Pazienti e amorevoli in un clima irreale, la loro presenza qui è fondamentale.
E lo è soprattutto, nessuno lo ignori, per quei disperati di noi genitori.

Se stai affondando ti riportano a galla e quando hai bisogno hanno pronta una spalla
varcando un confine in più di un’occasione, tra il loro dovere e la loro missione.
A turno finito mi chiedo sovente: avranno una casa? Vedranno altra gente?

E di questo inferno per noi così brutto gli basta una doccia per toglier via tutto?
Se fuggi da qui non molto lontano si va in purgatorio che è giù al quarto piano.
La vita riprende il suo ritmo normale. L’inferno è un ricordo che se affiora fa male.

Ma ciò nonostante sorrido d’incanto se penso ai ragazzi col camice bianco.
Così mi ritrovo puntuale ogni sera, chiuso nella mia stanza raccolto in preghiera,
a rivolgere un sentito grazie al Padreterno per aver messo gli angeli dentro all’inferno.

Fonte: La luce di Maria